Il Teatro, inaugurato nel 1804, fu definito da Stendhal “Tra i più belli, anzi il più bello d’Italia”. L'innovazione che rivoluzionò i principi su cui, fino allora, era basata l'architettura tetarale europea, è stata la forma della sala “tre quarti d’ellisse” inventata dallo stesso Lotario Tomba.
Oltre a rispettare le leggi della fisica (ottima l’acustica), la pianta a “tre quarti d’ellisse” esalta anche l’estetica della sala dandole elegante slancio. Nel 1895 il Teatro Municipale di Piacenza è stato il primo in Italia ad essere interamente illuminato da lampade ad energia elettrica.
Nel 1830 è stata ricostruita la facciata su progetto dell'architetto Alessandro Sanquirico.
Egli, per anni scenografo del Teatro alla Scala, modificando il disegno lasciato dal Tomba, progettò la facciata realizzando un duplice porticato coperto da un terrazzo a balaustra sovrastato da un colonnato ionico che sostiene il timpano, dove è collocato lo stemma della città.
Si deve quindi al Sanquirico la somiglianza tra il teatro piacentino e il più celebre teatro milanese. L'antiportico aveva anche un aspetto prettamente funzinale, dando alle carrozze la possibilità di passarvi sotto, permettendo cosi ai nobili di raggiungere il teatro senza bagnarsi in caso di pioggia.
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