Per Giuseppe Verdi Cremona era essenzialmente la città degli affari. Quando vi arrivava dalla sua villa di Sant’Agata nei giorni di mercato, dopo aver percorso il viale, fermava il suo calesse sul piazzale di porta Po, faceva un giro tra i mediatori, apriva i cartocci con il granoturco e il frumento, e ne esaminava il contenuto osservandolo e toccandolo; dava giudizi, faceva acquisti o provvedeva a vendite.
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