Per conoscere le vicende più significative legate alla storia di Castelverde bisogna inevitabilmente avere notizie della Famiglia Ferrari che ha lasciato un segno indelebile in questa comunità. Molti sono i personaggi della famiglia che hanno avuto rilievo sociale anche a livello nazionale.
Ora tutti riposano nella monumentale Cappella al Cimitero di Castelverde.
"La famiglia Ferrari - come descrive l'introduzione al carteggio custodito nell'Archivio di Stato di Cremona - giunse a Castagnino Secco (od.
Castelverde) nel 1789 come affittuaria dei conti Visconti di Marcignago, dai
quali avrebbe acquistato il fondo – e con esso acquisito le carte – ad un
secolo di distanza, nel 1898. L’ascesa sociale di essa ebbe origine a metà del
sec. XIX, quando il secondogenito di Giovanni Battista, Benedetto (1801-1884),
riuscì ad accumulare in breve una considerevole sostanza, liquidando i parenti
e rimanendo unico conduttore del podere insieme alla cugina Angela (1805-1872),
che aveva sposato nell’ottobre del 1827. In un arco cronologico brevissimo,
raggiunse una posizione di relativo prestigio all’interno della piccola
comunità locale, posizione poi rafforzata negli anni successivi dal figlio
Giovanni (1840-1884), promotore di importanti iniziative sociali in parrocchia
e fuori, quali il Circolo cattolico dei conduttori di fondi agricoli di
Cremona, prima associazione di laicato cattolico presente in diocesi. Alla
morte di Benedetto e Giovanni, avvenuta a pochi giorni di distanza nell’ottobre
del 1884, l’amministrazione delle sostanze fu assunta dall’unico figlio di
quest’ultimo, Primo (1867-1955), il quale, appena diciottenne, dimostrò fin da
subito grande senso di responsabilità, tanto da essere poi additato quale
agricoltore esemplare, specie nei rapporti coi dipendenti. A Castelverde
divenne una delle personalità più insigni, ricoprendo la carica di sindaco dal
1905 al 1920 e di presidente a vita dell’Ospedale del Redentore, da lui fondato
insieme al parroco don Pietro Gardinali e al medico condotto Ercolano Cappi. Sono cinque i figli, avuti con la possidente soresinese Bianca Robbiani
(1868-1926), sorella dell’industriale Amilcare, il primogenito Giannino (1891-1955), deputato al Parlamento e rappresentante
degli agrari contro le leghe bianche di Guido Miglioli, e il secondogenito
Ubaldo (1893-1936), avvocato, musicista e cattolico antifascista e padre del
dottor Emanuele Ferrari (proprietario dell’archivio), Gina, Concetta e Mina.
Nell'archivio di Stato di Cremona sono conservate tutte le
carte di natura giuridica e contabile riguardanti la conduzione del podere
Castagnino di ragione Visconti e le varie proprietà della famiglia Ferrari,
prodotte o acquisite da questi nel corso degli ultimi due secoli. Esse
comprendono contratti di locazione e compravendita di beni, divisioni di
proprietà, costituzioni di doti, registri inerenti l’amministrazione delle
sostanze di famiglia, etc. I fascicoli qui descritti sono stati organizzati in
ordine cronologico in relazione ai vari membri della famiglia. Ad essi segue
l’archivio aggregato di Benedetta Ferrari ved. Grandi (1796-1877), sorella di
Benedetto, giunto a questo ramo della famiglia per un complesso di varie
circostanze".
* Nella foto d'epoca la famiglia di Primo Ferrari con la moglie Bianca Robbiani e i figli tra cui Giannino e Ubaldo.
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