sabato 10 gennaio 2015

Chiesa di San Pietro al Po

Una chiesa di Cremona, un piccolo gioiello, che, a mio avviso, andrebbe maggiormente valorizzato.

Un edificio sacro che conosco molto bene, a cui sono legato da molti ricordi e sempre mi desta ammirazione e meraviglia quando lo visito.

La facciata, in uno stile che richiama il Palladio, già è una premessa per comprendere la magnificenza che questo tempio esprime.

Prima di entrare in chiesa vale la pena inoltrarsi lungo via Colomba seguendo il fianco destro della chiesa per rendersi conto della grande struttura e raggiungendo il retro si può notare la poderosa abside e il campanile di ottima fattura, completato da Luigi Voghera nel 1840.
Interessante il concerto di campane, di questa torre, che suonate a distesa danno magnifiche sonorità.
Ho una reminiscenza molto viva di queste campane che ho risentito proprio in questi giorni su un filmato di You Tube.

Quando si entra in chiesa una sensazione di stupore e meraviglia prende ogni visitatore.
Non ci si aspetterebbe tale splendore!

Una chiesa completamente affrescata con colori vivi che trasmettono forti emozioni e immergono nel pieno del rinascimento italiano.

La chiesa è affiancata da un grande monastero, ora proprietà del ministero della difesa, qui si sono avvicendati ordini monastici.
Quello che ha lasciato la maggiore impronta è la Congregazione dei Canonici Lateranensi, un ordine ispirato alla regola di S. Agostino che assunse una grande importanza subito dopo il Concilio di Trento.
Infatti i Lateranensi, che ebbero un’ altro centro monastico importante dedicato san Agostino nella vicina Piacenza, si distinsero nella difesa, in campo architettonico, dell'ortodossia romana facendosi promotori e diffusori dei nuovi canoni che il Concilio aveva diffuso.

La chiesa si presenta a tre navate con una cupola che si innalza e dà un senso di ampiezza ed estensione mentre il presbiterio più stretto è però accompagnato da un coro con un largo catino d’abside.

Tutta la chiesa è caratterizzata dall'esuberante decorazione pittorica e da stucchi che ornano pareti e volte e che ben esemplificano il gusto tardo-manierista di cui la chiesa è un documento notevole.

Una decorazione che a me suscita sentimenti di grande ammirazione che trasmette una positività e una fiducia nella persona umana, raffigurata nei diversi personaggi biblici che raccontano storie piene di passione e di umanità.
Un tipica pittura rinascimentale che propone sentimenti di stima, di credito nei confronti del genere umano.

Di grande interesse artistico è la decorazione autonoma di Antonio Campi, che di solito lavorava con il fratello Giulio, nei due transetti il pittore sviluppa, in otto raffigurazioni disposte simmetricamente, le storie della vita di San Pietro.
Dipinti di grande intensità nei quali si comprende bene la testimonianza di fede dell’apostolo descritta dai vangeli.
Questi affreschi sono inseriti tra finti mensoloni su cui appoggiano sibille e profeti, sculture in stucco di grande impatto visivo che evidenziano i rilievi anatomici dei corpi.

Dopo il 1580 l’opera di decorazione e di affreschi viene continuata da Giovan Battista Trotti detto il Malosso e dai suoi allievi, fra cui Ermenegildo Lodi, che completarono l’attuale impianto ornamentale.
Di questa scuola ho trovato molto interessanti le raffigurazioni delle virtù accompagnate da un ricchissimo ornato in stucco bianco e oro che ne aumentano lo splendore.

Però questi magnifici stucchi sono un po’ usurati dal tempo e dalla polvere e avrebbero bisogno di restauro, come del resto l’intero ciclo pittorico.

L’altra visione notevole che appare agli occhi è il catino absidale con il martirio di San Pietro, crocifisso a testa in giù, del pittore marchigiano Giorgio Picchi.

Il giudizio universale, attribuito a Orazio Lamberti, orna la vasta cupola, una pittura che suscita sentimenti di trepidazione e soggezione dinanzi al giudizio di Dio.

Prima di uscire dalla chiesa vale la pena di visitare la sacrestia, un'ampia sala posta a sinistra del presbiterio, nella cui volta ancora Antonio Campi realizzò tra il 1575 e il 1580 la scena di Elia rapito sul carro di fuoco.
E' una scenografica rappresentazione della figura leggendaria di Elia, trainato da cavalli impetuosi, che si ammira a testa in su, purtroppo la raffigurazione è danneggiata a causa di vecchie infiltrazioni piovane.

Inoltre significative sono le pale degli altari laterali, tutti dipinti di grande pregio fra i quali spicca la Natività di Bernadino Gatti.

Nel complesso, la chiesa di San Pietro al Po è degna di una visita, che non si può dimenticare, in una tappa a Cremona.

Una chiesa che provoca senz’altro stupore e sorpresa e che ha bisogno di esser maggiormente conosciuta e apprezzata.


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