sabato 17 gennaio 2015

Chiesa S. Agata

Un maestoso edificio di culto, che più volte mi è capitato di visitare, la chiesa di Sant’Agata è una delle costruzioni più significative della città di Cremona. Situata di fronte al Palazzo Cittanova, è un monumento che ha assunto notevole importanza nel periodo di lotta tra Ghibellini e Guelfi.
Infatti insieme al Cittanova e al Palazzo Trecchi, la chiesa di S. Agata rappresentò nel 1200 il nuovo nucleo dell’espansione medievale di Cremona che voleva appunto essere la 'Città Nova' guidata dai Guelfi con la fazione dei 'popolari'. Questi si opponevano ai 'notabili' Ghibellini, del centro città , che avevano come baluardo il Palazzo Comunale. Fu un periodo di intense divisioni interne e i due palazzi sono simbolo della forte contrapposizione cittadina.
Di questo momento storico rimane, nel complesso della chiesa di S. Agata, solo il campanile, risalente al XII secolo. La torre campanaria di S. Agata è la più antica di Cremona. La sua struttura, di impianto quadrato, è ravvivata dagli archetti pensili che danno dinamicità all'architettura.
L’antica chiesa romanica fu rifatta nel 1496 da Bernardino de Lera, mentre l’attuale facciata in stile neoclassico è opera dell’architetto cremonese Luigi Voghera. Realizzata nel 1835 è una facciata con pronao su colonne in marmo bianco. Un ingresso maestoso che, ricalcando gli antichi templi della classicità greca, mi ha dato una positiva impressione. Uno stile che, criticato in passato, oggi trova una nutrita schiera di ammiratori.
L’interno non ha mantenuto quasi nulla della primitiva decorazione del cinquecento. E’ stato infatti affrescato nel 1872 con le allegorie della virtù sulla volta della navata centrale. A ricordo degli antichi affreschi sono rimasti alcuni frammenti : una Madonna addolorata nella navata destra e un Cristo alla colonna nella navata sinistra.
Le pareti laterali del presbiterio contengono un ciclo di affreschi del 1537 di Giulio Campi, famoso pittore cremonese, che raffigura quattro episodi della vita di S. Agata.
Le scene, che fanno parte dell’opera giovanile del pittore, sono di grande effetto e mi hanno colpito per il buon gioco di prospettiva dal basso all’alto. Ho potuto comprendere la grande abilità di Giulio Campi che mette in opera anche traiettorie di spazio illusivo.
Da vedere con attenzione, nel primo vano della navata sinistra, è il Mausoleo Trecchi realizzato nel 1502 da Giovanni Cristoforo Romano, grande scultore e medaglista del Rinascimento italiano.
Si tratta delle tomba della nobile famiglia Trecchi di Cremona di cui è rimasto il Palazzo nelle vicinanze della chiesa. Un ‘opera di grande suggestione che richiama al gusto classico.
Nella stessa navata, dopo i due altari laterali, in prossimità del presbiterio, ci si deve fermare ad ammirare la Tavola di S. Agata.
Una stupenda tavola di autore anonimo che precede la maestria del grande Giotto. Una meravigliosa raffigurazione con al centro S. Pietro e S. Agata, attorniati da piccoli riquadri che raccontano la storia della Santa Martire catanese.
Un’opera di autore anonimo di grande valore sulla quale molti studiosi si sono soffermati.
Interessante il giudizio di Vittorio Sgarbi che, nel suo libro "Nel nome del Figlio. Natività, fughe, passioni nell’arte". così spiega questa tavola:
"In essa sono concentrate le medesime ragioni di assoluta modernità che attribuiamo a un maestro come Giotto. La Tavola di Sant’Agata rivela infatti come vi sia un genio degli anonimi che, pervicacemente nascosto sotto un nome di comodo, è dotato della stessa intelligenza di Giotto, della stessa modernità, della stessa capacità di parlare una lingua nuova".
Veramente un’opera che esprime un talento antico che ha bisogno di essere maggiormente conosciuta.


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