domenica 9 agosto 2015

Il Vescovo Omobono Offredi e il suo sogno di grandezza

Sin dal Medioevo, quando il Comune di Cremona esercitava il suo  non trascurabile potere lungo le rive del Po, il Vescovo della città — e cioè una delle massime autorità locali, non solo religiose ma anche politiche - ebbe un suo palazzo, una sua sede situata nelle immediate adiacenze della Cattedrale.
Il primo edificio destinato all'episcopio, sarebbe stato eretto sotto il vescovo Oberto nel 1140, l'avrebbe modificato ed ampliato Giovanni Bono Geroldi nel 1256, sarebbe tornato ad occuparsene Cesare Speciani dal 1592 al 1599, vi avrebbe apportato ulteriori e sostanziali miglioramenti il vescovo Alessandro Litta tra il 1728 ed il 1736, ma tutte queste opere non furono sufficienti a conferire alla dimora quell'imponenza e quel decoro che la sua funzione esigeva. 

Fu sul finire del secolo XVIII che un vescovo, cremonese, Omobono Offredi — cavaliere di seconda classe" dell'Ordine della Corona di Ferro — concepì l'ambizioso e dispendioso disegno (42.000 zecchini dei suoi tempi!) di dotare la città d'una degna sede episcopale, d'un palazzo che — nelle intenzioni del mecenate — si sarebbe dovuto estendere sin all'attuale via Sicardo, includendo anche tutti gli edifici che dall'angolo di detta via giungono sino al... manico di piazza Padella. 
E così sontuoso prospetto assumeva nella mente del vescovo importanza tanto grande da suggerirgli un'idea che a lungo tenzonò nel suo capo, anche se poi intervennero provvidenziali ostacoli (forse dettati da celeste ispirazione) a renderne impossibile l'attuazione: 
doversi, cioè, abbattere l'ingombrante Battistero, per meglio valorizzare la gran fronte dell'episcopio. Delle case, d'angolo si opposero alla cessione e l'Offredi dovette diversamente orientare i suoi sogni di grandezza...

 Da un articolo della Provincia, quotidiano cremonese, del 18 dicembre 1954.
 http://www.laprovinciacr.it/news/nella-storia/72881/Un-vescovo-voleva-demolire-il-battistero.html

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