sabato 19 settembre 2020

Piazza del Duomo




Il centro storico di Cremona ha il suo vertice artistico nella medievale Piazza del Comune, dove storia ed architettura medioevale si fondono disegnando scorci di grande fascino.
Eleganti bar e locali si affacciano su questa piazza, tra le più belle d'Italia, per regalare momenti di relax ammirando alcuni dei maggiori monumenti medievali tra i quali:
il Duomo di Cremona
il Torrazzo di Cremona
la Loggia dei Militi
il Palazzo del Comune
il Battistero di Cremona
La visita alla città di Cremona ha come ideale punto di riferimento questa piazza, vivace ed accogliente, frequentata a tutte le ore della giornata.
Da qui può avere inizio l'itinerario alla scoperta delle bellezze storico architettoniche, lungo le belle vie sulle quali si affacciano le vetrine dei più prestigiosi negozi della città e dei suoi più rinomati locali, tra suggestivi scorci che fanno di Cremona una delle più interessanti mete del Belpaese.cremonacitta.it

 

Piazza Marconi

 


Si trova a duecento metri da Piazza del Comune e su di essa si affaccia uno dei più notevoli edifici del periodo fascista, su tutti il Palazzo dell'Arte, progettato da Carlo Cocchia, architetto e pittore italiano, nato a Napoli nel 1903.
Importanti interventi di riqualificazione dell'arredo urbano e di viabilità, avvenuti nei primi anni del nuovo millennio , hanno portato alla luce importanti ritrovamenti archeologici che riconducono alla fondazione della città, ad opera dei Romani nel 218 a.C..
Piazza Marconi ha così assunto una notevole rilevanza di interesse storico archeologico, con un'area circoscritta che si rende fruibile ai visitatori. Inoltre, grazie alla realizzazione di un ampio parcheggio interrato, la piazza si è resa più funzionale all'accesso alla zona pedonale del centro storico.
Sul lato nord della piazza si aprono i portici che terminano con l'acciottolato delle antiche strade.
Nel 2012 il Palazzo dell'Arte ha assunto un'importanza mondiale, poichè la struttura è stata destinata ad ospitare uno tra i musei tematici più importanti, dedicato al simbolo della città di Cremona: il violino. cremonacitta.it

Piazza Cadorna




La bella Piazza Cadorna è la porta d'ingresso al centro storico cittadino, oltre che crocevia di diverse direttive. Suggestivo il tentativo di qualche esponente politico locale, che ha dedicato parte del suo tempo nella missione di convincere cittadini e Giunta Comunale circa la necessità di cambiare il nome alla piazza, ritenendo più idoneo dedicarla ad un personaggio dello sport cremonese, piuttosto che al valoroso generale Luigi Cadorna.
Per fortuna l'originale proposta non ha avuto seguito, per cui questa bella ed elegante piazza rimane, ad oggi, intitolata, appunto a Luigi Cadorna, valoroso uomo della storia italiana che riposa nel mausoleo di Pallanza, sul Lago Maggiore, sua città natale, al quale, oltre a tante altre vie e piazze d'Italia, è dedicata una strada che da Bassano del Grappa si inerpica su verso il Monte Grappa.
Tornando alla bella piazza che fa da entratura al centro storico di Cremona, bisogna segnalare l'intervento effettuato nel 2008, nel progetto di riqualificazine del centro urbano di Cremona che la giunta comunale di allora aveva messo in atto.
Nel dicembre dello stesso anno il sindaco Giancarlo Corada inaugura la bella grande fontana al centro della piazza. Da lì, a poche centinaia di metri si raggiunge Teatro Ponchielli, e ancora poco più in là Piazza Stradivari, a destra si giunge a Piazza Marconi, proseguendo diritto la Piazza del Comune. cremonacitta.it

lunedì 20 gennaio 2020

Don Bruno Bignami: Primo Mazzolari, una voce attuale e profetica

“Quello che mi meraviglia sempre, girando l’Italia, è come il messaggio di don Primo Mazzolari sia molto apprezzato e stimato da ogni parte. Questo significa che molti hanno letto e continuano a leggere la sua opera e, nonostante siano passati 60 anni dalla sua morte, il suo messaggio rimane ancora provocatorio e parla al nostro tempo”. Sono le parole di don Bruno Bignami, Direttore Ufficio CEI della Pastorale Sociale, che è intervenuto, nella serata di venerdì 17 gennaio in san Donnino a Piacenza, sul tema “La forza della parola. In dialogo con Don Primo Mazzolari. Lettura e musica teojazz”. L’evento, organizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dalla Diocesi di Piacenza-Bobbio, ha visto le letture sceniche tratte da “Nostro fratello Giuda, “I lontani” e “Diario di una primavera”, con sottofondo musicale.
Don Bruno come hai scoperto Mazzolari e cosa ti ha affascinato del suo pensiero?
Quando si è trattato di scegliere un argomento su cui lavorare per il dottorato di teologia morale, mi sono letto alcuni testi di Mazzolari e da lì è nata l’idea di fare un lavoro sul tema della coscienza nei suoi scritti e nella sua biografia.
L’altro aspetto più profondo è quello che, analizzando sempre più la sua figura, è nata in me una sintonia con il suo pensiero e la sua personalità, per cui è scaturita anche l’opportunità di ridisegnare, dentro a queste mie ricerche, una spiritualità presbiterale.
Perché in tuo libro hai definito Mazzolari come parroco d’Italia?
Già in vita era conosciuto in tutta Italia come grande predicatore e soprattutto nel secondo dopoguerra, Mazzolari si accorge che il suo ministero non è solo a servizio di una realtà locale come la sua parrocchia di Bozzolo, ma assume l’incarico, il compito di prendere sulle spalle una realtà più grande che è la chiesa italiana e il nostro paese, soprattutto nella fase costitutiva della democrazia cristiana e anche nell’impegno sociale dei cattolici. La cosa curiosa è che davvero diventa un riferimento per tutta l’Italia, da qui il titolo parroco d’Italia, non perché lui si sia definito tale, né perché aspirasse a tanto, ma perché il suo ministero non poteva essere chiuso dentro ad una realtà locale. Il suo sacerdozio doveva avere un respiro più grande proprio perché c’era bisogno, in quel momento, di accompagnare il cattolicesimo italiano a qualcosa di più significativo nella società e aiutare l’Italia ad uscire dalle ferite del ventennio fascista e della guerra.
“La carità è sempre un po’ eccessiva” è il titolo di un altro tuo libro su Mazzolari. Cosa significa?
Questa è un’espressione di Mazzolari scritta in una sua lettera al vescovo di Cremona mons. Cazzani. Il libro, da me pubblicato, raccoglie la corrispondenza del sacerdote cremonese con il suo vescovo. La carità che è sempre un po’ eccesiva vuole sollecitare Mons. Cazzani a comprendere che non si può essere dei credenti e tanto meno dei preti che stanno a misurare con il contagocce il bene che fanno. Quindi per il parroco di Bozzolo, la carità spinge ad un amore che diventa donazione, presa di posizione, cura, attenzione e disponibilità.
Con “Nostro fratello giuda” cosa ha voluto dirci Mazzolari?
L’omelia del 3 aprile 1958, diventata famosa, è sicuramente uno dei punti di arrivo culminanti della riflessione mazzolariana. In questo suo appassionato sermone disegna la traiettoria della misericordia di Dio. Ci fa intuire come anche la figura negativa di Giuda va guardata con un occhio diverso, che non è solo quello di condanna. Mazzolari stesso si riconosce in Giuda che è un traditore, perché la sua coscienza e la sua vita spesso è distante dal Vangelo. Quindi la misericordia riconsegna anche Giuda e ognuno di noi a Dio e al suo mistero.
La forza della parola è stato il tema della serata di Piacenza. Cos’era la Parola per Mazzolari? Il parroco di Bozzolo ha scritto anche un libro che raccoglieva le sue omelie domenicali intitolato “La parola che non passa”. Per Mazzolari la Parola, di cui ne era innamorato, non solo non passa mai di moda, ma interpreta in ogni tempo la storia dell’umanità
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Don Bruno Bignami, classe 1969, è stato ordinato sacerdote il 18 giugno 1994 nella Diocesi di
Scrittore affermato, ha al suo attivo diverse pubblicazioni e articoli, in particolare sulla figura di don Mazzolari e su tematiche morali e di etica ecologica. In tal senso don Bignami è stato uno dei commentatori che ha curato l’edizione commentata dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco edita da EDB. Da segnalare anche, nel 2012, la pubblicazione di “Terra, aria, acqua e fuoco – Riscrivere l’etica ecologica” e, nel 2016 il saggio “Un’ arca per la società liquida. La moralità nel cambiamento d’epoca”.

Cremona. Dopo aver conseguito la laurea in Teologia morale a Roma, ha ricoperto vari incarichi in Diocesi di Cremona come vicerettore del Seminario, responsabile dell’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro, collaboratore parrocchiale a Sant’Agostino in Cremona, parroco di Picenengo (Cremona). Oltre aver insegnato nell’istituto teologico dei Seminari di Crema-Cremona-Lodi-Vigevano e presso gli Istituti superiori di Scienze religiosa di Mantova e di Crema-Cremona-Lodi, don Bignami, è presidente della Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo, che guida ormai dal 2010, e postulatore della causa di beatificazione di don Mazzolari. Dal 2018 è Direttore a Roma dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro.

domenica 19 gennaio 2020

Primo Mazzolari - La pieve sull'argine

Lo "spazio" ecumenico, prima di estendersi "oltre" la Chiesa, deve passare "dentro la Chiesa."
La figura di Mazzolari , in questo testo, emerge in tutta la sua grandezza.
La sua profezia è stato un dono prezioso alla chiesa e le sue parole, oggi più che mai, vanno riprese e attuate CONTINUA