“Padre dei poveri e degli infelici più infelici”, padre Spinelli era animato dall'ansia di portare la Chiesa più vicina all'uomo" e di costruire una società più umana e cristiana. Ripercorrere il suo itinerario terreno significa addentrarsi nel clima, nella cultura e nel fervore cristiano di un'epoca segnata da una singolare presenza dei cattolici in ambito sociale.
Francesco Spinelli nasce a Milano, il 14 aprile 1853, da genitori di origine bergamasca. Seguendo i genitori, che erano al servizio dei marchesi Stanga, abitò anche per qualche tempo in Cremona, dove frequentò le elementari e ricevette la Cresima nella parrocchia di Sant’Agata. Ospite di uno zio sacerdote, frequentò il liceo a Bergamo e qui, entrato in Seminario, venne ordinato sacerdote nel 1875.
Nell’autunno è a Roma per il Giubileo, nella basilica di Santa Maria Maggiore si prostra ai piedi della culla di Gesù Bambino: “Mi sono inginocchiato, piansi, pregai, e sognai uno stuolo di vergini che avrebbero adorato Gesù in Sacramento”. Sogno, visione, intuizione? Per don Francesco l’incarnazione storica di Gesù continua con l’incarnazione quotidiana del Pane Eucaristico, quale presenza d’amore per tutti, da adorare e servire nei poveri.
Il 15 dicembre 1882, fonda, insieme a Caterina Comensoli, l’Istituto delle Suore Adoratrici, a Bergamo. Preso infatti dalla passione per Dio e per gli uomini, egli dà vita ad un Istituto, il cui scopo è “attingere l’amore più ardente dall’Eucaristia celebrata e adorata per riversarlo sui più poveri fra i fratelli”. Egli per primo spende la sua vita in ginocchio davanti all’Eucaristia e davanti ai fratelli, in cui vede la presenza di Gesù da amare e da servire con amore e compassione incondizionata.
Il 4 marzo 1889, causa un dissesto finanziario, in cui involontariamente è coinvolto, viene licenziato dalla diocesi di Bergamo e accolto nel clero di Cremona dal grande cuore di mons. Geremia Bonomelli. A Rivolta d’Adda continua l’Istituto delle Suore Adoratrici.
Lungo la sua vita, costellata di grandi prove, vive e insegna l’arte del perdono più smisurato, perché di fronte al nemico si può applicare solo “la vendetta di un infinito amore”.
Muore il 6 febbraio 1913 a Rivolta d’Adda (CR). È beatificato da san Giovanni Paolo II il 21 giugno 1992 presso il Santuario di Caravaggio, proclamato santo il 14 ottobre 2018 in Piazza S. Pietro da Papa Francesco.
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